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Prima di discutere la differenza tra le varie sigle è importante capire bene i vari tipi di cavi di rete: Cavi dritti o crossover.
Esistono principalmente due tipi di cavi Ethernet: cavi diritti e cavi incrociati.
I cavi dritti (o diretti) vengono utilizzati per collegare ad esempio il PC al router o all’HUB (ne esistono ancora e sono utilissimi!) o a SWITCH di rete.
Il cavo crossover viene utilizzato per collegare tra loro apparecchi dello stesso tipo del secondo PC, oppure 2 Router per il collegamento in cascata 2 Switch. Il cavo crossover inverte le coppie di fili e permette di creare mini – reti collegando due computer senza usare un router, o di espandere una rete collegando più switch e router. Se non sei un installatore di reti cablate, non avrai bisogno di cavi crossover.
Cavi UTP, STP e FTP
I cavi Ethernet sono anche suddivisi in non schermato (UTP), schermato (STP) e Foiled Twisted Pair (FTP):
UTP (Unshielded Twisted Pair - doppino twistato non schermato) è il più classico dei cavi Ethernet. Flessibile e senza schermatura è realizzato con guaina protettiva in plastica, le 4 coppie, e connettori RJ45.
I cavi UTP sono usati principalmente nelle reti telefoniche o nelle reti di computer. Una delle ragioni principali del loro utilizzo nelle reti di computer e nelle reti telefoniche è la lunghezza ridotta dei loro collegamenti, che si rivelano meno costosi rispetto ad altri cavi come la fibra ottica, i cavi coassiali e molti altri.
Cavo FTP (Foiled Twisted Pair): si differenzia dal cavo Ethernet UTP per singolo schermato, posto appena sotto la guaina esterna, che racchiude tutte e quattro le coppie, e recinzione, in parte, da interferenze elettromagnetiche. I cavi schermati sono utilizzati soprattutto nei sistemi di cablaggio e in alcuni luoghi dove disturbi elettrici/elettronici vicino al filo possono causare interferenze.
STP (Shielded Twisted Pair): poiché il cavo di rete FTP ha una doppia schermatura invece che singola. La guaina schermante è presente sia intorno ad ogni singola coppia attorcigliata sia intorno alle quattro coppie, come nel caso precedente. Recinzione da qualsiasi interferenza ma a scapito della flessibilità del cavo.I cavi schermati sono utilizzati soprattutto nei sistemi di cablaggio e in alcuni luoghi dove disturbi elettrici/elettronici vicino al filo possono causare interferenze. Ogni intreccio (di due fili) a sua volta e avvolto da una fine guaina di alluminio.
Poiché tutti i cavi Ethernet sono attorcigliati, l’uso della schermatura per proteggere ulteriormente il cavo dalle interferenze è importante in caso di installazione che devono minimizzare gli effetti delle interferenze elettromagnetiche e prevenire la contaminazione del rumore.
Il doppino twistato non schermato può essere utilizzato per i cavi tra il computer e la parete, mentre per le aree ad alta interferenza, ad esempio per i cavi che corrono all’esterno o lungo le pareti interne, allora può essere meglio un cavo STP.
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Continua:
1) Acquistare un NAS commerciale già predisposto e aggiungere i dischi che ci servono (parte 1)
2) Assemblare un NAS con hardware specifico da soli e installare il software adeguato (parte 2a)
3) Assemblare un NAS con hardware di recupero e il software adeguato (parte 2b)
Situazione 2a:
A differenza di un NAS commerciale già pronto abbiamo due strade per quanto riguarda l'assemblaggio, la prima acquistare un computer/miniserver già pronto aggiungere i dischi e installare un sistema adeguato alla gestione, oppure utilizzare hardware di recupero e adattarlo alle esigenze (magari un vecchio computer rimasto in cantina!).
Il sistema che si andrà ad allestire risulterà completo e versatile perché, innanzi tutto, sarà amministrabile attraverso una comoda interfaccia web (da browser) e il suo funzionamento potrà essere personalizzato in ogni suo aspetto.
L'ardware proposto risulta un buon compromesso tra prestazioni e risparmio energetico
I migliori hadware di fascia media per quanto riguarda miniserver già pronti:
Microserver Gen8: https://amzn.to/36ktCBu
Microserver Gen10: https://amzn.to/2HSCmp7
mentre fascia più alta:
Microserver Gen10 plus (processore Celeron): https://amzn.to/36jsUo9
Microserver Gen10 plus (processore Xeon): https://amzn.to/36nZ7uo / https://amzn.to/3lpnwUR
a corredo di questo bosognerà poi aggiungere i drive per i vari modelli:
WD Red 2Tb (7200 Giri/Min): https://amzn.to/39tJ93Y
WD Red 4Tb (5200 Giri/Min): https://amzn.to/33sdnAE
Dopo di che, installeremo un sistema operativo idoneo alla gestione, io suggerisco OpenMediaVault (OMV) e dovremo procedere alla configurazione sia dei volumi RAID dei dischi (in funzinoe di quanti dischi abbiamo), sia della rete e delle condivisioni (come avremmo fatto per un NAS commerciale).
Non voglio dilungarmi sull'installazione inquanto esistomo mille guide e video per la cosa e chi ha un minimo di dimistichezza con l'informatica può in autonomia caricarla.
Situazione 2b:
In questo caso i passaggi sono identici, ma l'hardware invece di essere "serio" oppure nuovo viene recuperato da vecchi PC in cantina. Questo permette di abbassare sicuramente i costi della soluzione a discapito a volte del risparmio energetico della soluzione.
Se vuoi realizzare una soluzione simile non esitare a contattarmi!
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Ho più volte messo in evidenza l'importanza di pianificare e realizzare un'efficace strategia per il backup dei dati in azienda, in ufficio e a casa, un NAS (in parole povere un hard disk in rete) può venirci in aiuto.
Un NAS può servire per tantissime cose: in breve è un sistema che contiene un numero più o meno elevato di dischi capace di condividere tutti i contenuti presenti con la rete domestica. Può servire ad esempio per condividere documenti importanti fra smartphone, computer e portatili, oppure i file multimediali con una Smart TV o con il tablet. È un computer vero e proprio, anche se non puoi utilizzarlo per eseguire tutte le applicazioni o i videogiochi come faresti con un PC standard.
Vedremo in breve, quali strade è possibile intraprendere, ovvero:
1) Acquistare un NAS commerciale già predisposto e aggiungere i dischi che ci servono (parte 1)
2) Assemblare un NAS con hardware specifico da soli e installare il software adeguato (parte 2a)
3) Assemblare un NAS con hardware di recupero e il software adeguato (parte 2b)
Leggi tutto: NAS, cos'è, quali modelli e come costruirne uno da soli - parte 1
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Una vera e propria esperienza PC virtualizzata: è quanto dovrebbe offrire Cloud PC, servizio su cui Microsoft sembra essere al lavoro ormai da tempo con l’obiettivo di arrivare al lancio entro la primavera del prossimo anno, fino ad oggi però rimasto al riparo da rumor e indiscrezioni.
Il servizio inaugurerà quella che viene definita l’era di Windows as a Service con la possibilità di accedere a un’istanza del sistema operativo in esecuzione sul cloud di Azure da qualunque postazione e dispositivo, anche mobile. Sarà con tutta probabilità indirizzato in un primo momento esclusivamente al mondo business ed enterprise così da sollevare le aziende dall’obbligo di dover continuamente fare i conti con la distribuzione degli aggiornamenti.
Cloud PC porterà Windows 10 sulla nuvola, basandosi sullo stesso principio già adottato per Windows Virtual Desktop. La stessa tecnologia sarà implementata in Windows 10X, in arrivo il prossimo anno, per l'utilizzo delle app Win32.
Microsoft Cloud PC è una nuova proposta strategica costruita sulla base di Windows Virtual Desktop per un’offerta Desktop as a Service. Sostanzialmente, Cloud PC fornisce ai clienti business un’esperienza Windows basata sul cloud moderna e versatile, consentendo alle organizzazioni di rimanere attive in una modalità semplice e scalabile.
Con linux è da tempo possibile acquistare un VPS o un server privato e adibirlo a Desktop remoto e cloud server, per piccoli gruppi di lavoro tramite il protocollo X2Go tranquillamente utilizzabile su terminali windows o linux, questa è una soluzione che già da tempo ho sperimentato e con le attuali linee fisse basate su fibra rendono l'esperienza utente sicuramente migliore che con le vecchie ADSL di anni fà.
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L’iniziativa nasce come risposta all’accresciuta domanda di qualità e quantità di dati, utilizzando lo spettro disponibile nel modo più efficiente possibile, allocandolo sulle tecnologie di nuova generazione.
E’ l’esempio di Vodafone che porterà il 4G ad ulteriori 1.100 comuni, che fino a questo momento ne erano privi. Tutto ciò darà accesso ai servizi digitali a un maggior numero di persone, potenziando le prestazioni per il traffico dati e riducendo così il digital divide. Di conseguenza, migliorerà la risposta della rete nella fruizione dei servizi ad alto consumo di banda come la didattica a distanza, lo smart working e le soluzioni cloud.
L’utilizzo combinato delle frequenze del 4G con quelle oggi in uso per il 3G consentirà inoltre di ottimizzare il consumo dell’energia elettrica, in secondo luogo le frequenze utilizzate finora per la tecnologia 3G verranno invece riutilizzate in combinazione a quelle già in uso per il 4G per potenziare quest’ultima tecnologia di rete e in futuro per il 5G.
In breve, diventa uno step necessario per lasciare spazio alle nuove tecnologie di rete con dei vantaggi sia dal punto di vista prestazionale, del progresso e dell’efficienza energetica.
Poiché si tratta di una novità che riguarda fisicamente la rete Vodafone, la dismissione del 3G andrà quindi ad impattare anche tutti gli operatori virtuali italiani che sfruttano la rete dell’operatore, i cui marchi più popolari sono i seguenti: il secondo brand ho. Mobile, con l’aggregatore Effortel 1Mobile e Optima Mobile, con l’aggregatore Plintron NTmobile, Noitel (e i suoi vari ATR come ad esempio Netoip, Sija, UniPoste Mobile), Rabona Mobile (e il suo brand Sì Pronto!?!), WithU, e infine Lycamobile.
Si ricorda che secondo fonti certe prossimamente fra gli MVNO che sfrutteranno la rete Vodafone ci sarà anche PosteMobile Full, che sta per cambiare nuovamente rete di appoggio, attualmente WINDTRE.
Questo passaggio, di cui non si conosce ancora la data, non comporterà il cambio delle SIM per i già clienti in quanto operatore virtuale di tipo Full MVNO.
Nel corso degli ultimi anni tutti i virtuali sotto rete Vodafone appena elencati si sono già attrezzati rendendo disponibile il 4G per tutti i propri clienti, per cui dal punto di vista della navigazione internet, per coloro che hanno dispositivi recenti, non ci sarà alcun problema.
Invece, così come per i clienti Vodafone, anche i clienti degli operatori virtuali sotto rete Vodafone che utilizzano uno smartphone o una SIM non abilitati alla navigazione 4G dovranno fare i conti con gli stessi disagi, per cui in questo caso dovranno essere i clienti ad attrezzarsi per continuare la navigazione internet mobile.
Tuttavia c’è anche una questione che dovrà essere risolta da parte degli operatori: si tratta delle chiamate telefoniche, che nonostante continueranno a funzionare normalmente tramite rete 2G così come gli SMS, per via della dismissione del 3G non sarà più possibile navigare in contemporanea ad una chiamata, proprio a causa dello switch verso la rete 2G durante le telefonate.
Per evitare ciò sarebbe necessario che anche gli operatori virtuali abilitassero, chiaramente in accordo con Vodafone, la tecnologia VoLTE, che per i clienti dei virtuali con gli smartphone compatibili con questa tecnologia consentirebbe di effettuare e ricevere le telefonate tramite la rete 4G permettendo anche di continuare a navigare in internet durante una conversazione telefonica.
Cosa succede ai cellulari 2G e 3G ???
In molti si sono chiesti cosa succede dopo la dismissione delle reti 3G: Vodafone ha subito chiarito che per tutti i dispositivi e servizi in 2G e 4G la continuità di servizio sarà garantita senza nessun impatto rispetto alla situazione attuale. I dispositivi connessi attraverso tecnologia 3G e quindi non abilitati al 4G potranno continuare ad effettuare chiamate e inviare SMS, ma potrebbero riscontrare dei rallentamenti della navigazione Internet.
Staremo a vedere....