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In Italia uno dei più grandi limiti dell'evoluzione della telefonia mobile è lo stato di quasi saturazione delle infrastrutture esistenti, oltre ad un crescente bisogno di rapidità nella navigazione internet, ormai presente in una grande parte dei telefoni cellulari degli italiani.
LTE sembra la soluzione a tutti i nostri problemi e se ne parla già tanto in quanto è presente molte nazioni nel mondo, LTE è l'evoluzione delle tecnologie HSPA già esistenti ed è infatti basata in buona parte sugli standard UMTS, permettendo quindi a tutti gli operatori di utilizzarla senza dover realizzare investimenti troppo onerosi. E' comunque bene specificare che è comunque necessario un aggiornamento delle infrastrutture e delle antenne al momento presenti per poter lavorare in LTE.
Prima di proseguire con la spiegazione tecnica è interessante notare come in molte parti del globo LTE sia ormai considerata la prossima generazione di connettività mobile, meritandosi quindi l'appellativo di 4G (quarta generazione), dando un netto senso di distacco dal precedente 3G di cui fanno parte UMTS/HSPA.
In realtà però la tecnologia 4G è realizzata in maniera del tutto differente e solo alcune nazioni, come Russia e Giappone, hanno già definito alcuni standard e ne stanno promuovendo l'utilizzo.
Associare 4G a LTE quindi è puramente una questione commerciale, mentre la dizione più corretta sarebbe Super3G o Pre-4G. La rete LTE permette tecnicamente 326Mbps in download e 86Mbps in upload, ma questo dipende anche poi dalla "categoria LTE".
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Da qualche giorno sul tuo browser o dispositivo compare questo messaggio su alcuni siti web?
D: Cosa è successo il 30 settembre 2021?
R: E' scaduto il Root certificate DST Root CA X3 (ahahaa tutto più chiaro no??)
I browser e i dispositivi moderni si fidano del certificato Let’s Encrypt installato sul tuo sito Web perché includono già il nuovo ISRG Root X1 nel loro elenco di certificati root.
Quando Let’s Encrypt ha iniziato il processo di messa in sicurezza della rete con l’emissione dei primi certificati SSL il vecchio certificato radice (DST Root CA X3) ha permesso un’ampia diffusione del sistema di affidabilità, permettendo a molti applicativi e server di essere considerati immediatamente affidabili da quasi tutti i dispositivi. Anche il certificato radice più recente (ISRG Root X1) è ora ampiamente riconosciuto ma alcuni dispositivi, soprattutto i meno recenti che non hanno più aggiornamenti ai sistemi operativi, dal 30 settembre 2021 potrebbero considerare i nuovi certificati non sicuri, non avendo aggiornato ISRG Root X1 nel loro elenco di certificati radice. Tra questi dispositivi abbiamo ad esempio oggetti come un iPhone 4 o un HTC Dream.
D: In breve cosé e chi è Let’s Encrypt?
R: Let’s Encrypt è la più grande autorità di certificazione al mondo (L’organizzazione è no-profit) e negli ultimi anni ha emesso più di due miliardi di certificati digitali. Grazie a loro è possibile ottenere, in modo gratuito, il protocollo Secure Sockets Layer (SSL), Il quale si occupa di crittografare le informazioni nel passaggio che va dalla fonte alla destinazione. Ciò garantisce integrità e autenticazione delle informazioni tra il sito web e il tuo dispositivo.
Ci sono diversi protocolli crittografici, ma quello che ci interessa in questo momento è SSL che consente di ottenere l’HTTPS sui siti web. Let’s Encrypt può fare questo: validare, rilasciare e rinnovare un certificato SSL gratis per il proprio sito web. Il client di questo progetto è open source e il suo obiettivo è quello di rendere il web un luogo sicuro semplificando le procedure.
Leggi tutto: Problemi su alcuni siti web dal 30 settembre 2021
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Ok ragazzi, chi è stato???
Giornata difficile per WhatsApp, Facebook, Messenger e Instagram: l'applicazione e i social network del gruppo FB non funzionano. Le chat sono ferme, le bacheche anche, impossibile comunicare e condividere. In corso il down dei servizi, per ragioni al momento ancora ignote. primi feedback in merito all'anomalia intorno alle 17:30 (ora italiana), poi il picco. Sono interessati dal blackout anche i siti ufficiali delle piattaforme, a conferma di come si tratti di un'anomalia estesa: il problema non è dunque rappresentato dal vostro Smartphonené dal vostro laptop o dalla vostra connessione, non serve reinstallare le applicazioni o aggiornare compulsivamente il browser. Si tratta di un down a livello mondiale.
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Il nuovo sistema operativo di Microsoft verrà rilasciato il 5 ottobre. L'aggiornamento verrà reso disponibile gradualmente per tutti i PC Windows 10 compatibili e dallo stesso giorno inizierà la vendita dei primi computer con Windows 11 pre-installato.
La disponibilità dell'aggiornamento sarà scaglionata: priorità ai nuovi device
Anche per questo motivo i nuovi dispositivi saranno i primi a ricevere l'aggiornamento a Windows 11, che verrà distribuito in modo graduale a partire dal 5 ottobre, con un processo di allargamento della platea che proseguirà fino a metà 2022.
L'utente non deve fare nulla: sarà il proprio PC Windows 10 ad avvisare quando l'aggiornamento sarà disponibile per il proprio dispositivo (a patto di avere gli aggiornamenti attivi - si si possono ancora disabiltare!).
Microsoft spiega che adopererà un algoritmo basato su fattori come le specifiche hardware, l'affidabilità e l'età dei computer per determinare la precedenza di distribuzione dell'aggiornamento verso tutte le macchine Windows 10 già presenti sul mercato. Windows 10 resta supportato fino al 14 ottobre 2025
Microsoft pubblicherà a breve la nuova versione dell'app PC Health Check che consentirà di determinare con semplicità se il proprio computer è effettivamente compatibile con Windows 11.
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Microsoft ha aggiunto alcuni chiarimenti riguardo all’installazione di Windows 11 (che sembrava poter essere caricata solo su computer con caratteristiche ben precise). Potrà essere installato anche su computer vecchi, ma solo a mano e non tramite aggiornamento cloud.
Tutti coloro che lo vorranno potranno installare Windows 11, anche su computer privi di modulo hardware TPM e su macchine prive di processori supportati. Tutto questo, ovviamente, a rischio di chi decide di farlo.
Detta così può sembrare un po’ complicata, ma Microsoft ha spiegato che tutti i requisiti, anche molto rigidi, che ha scelto di mettere su Windows 11 sono stati pensati per coloro che vogliono aggiornare da Windows 10 a Windows 11 tramite Windows Update e che vogliono la certezza che tutto sia compatibile e che funzioni alla perfezione. La cosa include ovviamente anche i milioni di utenti aziendali, e solitamente sono proprio le aziende restie, per i problemi che un aggiornamento può comportare, a fare un salto verso una nuova release di sistema operativo.
Potrà quindi fare l’aggiornamento a Windows 11 usando il processo automatico solo chi rispetterà determinati requisiti, tutti gli altri potranno comunque scaricare la ISO di Windows 11 da copiare su una chiavetta “bootable” e installare Windows senza alcun problema. Sarà tuttavia una installazione pulita, non un aggiornamento, e si dovranno comunque rispettare quelli che sono i requisiti minimi: processore 64-bit 1GHz con due o più core, 4GB di RAM e 64GB di storage. Non verrà controllato però il modello e nemmeno la presenza del modulo di sicurezza.
Microsoft non vuole tuttavia che questo metodo venga utilizzato dai normali utilizzatori ed è anche il motivo per il quale non viene affatto pubblicizzato. Ci sarebbe anche un altro elemento non depone a favore dell’aggiornamento manuale: coloro che usano questo metodo non avranno accesso pare agli aggiornamenti di sistema e di sicurezza.
Questo punto non è tuttavia chiaro: Microsoft dovrebbe bloccare il Windows Update ma non la possibilità di installare patch manuali nel caso in cui l’utente voglia farlo. La stessa cosa riguarderebbe anche i driver. Se la cosa fosse confermata non sarebbe un grosso problema, perché siamo abbastanza certi che arriverebbero utility di terze parti che faciliterebbero comunque l’aggiornamento dei driver e delle patch di sistema. Si tratterebbe tuttavia di una strada percorribile solo da un utente con esperienza.
Microsoft, insomma, si è resa conto che con le attuali limitazioni avrebbe ridotto il numero di computer aggiornabili a Windows 11 ed è corsa ai ripari anche se si tratta comunque di una soluzione che interessa pochi utenti. Molti altri, interessati a Windows 11 ma con un computer che non rispecchia le specifiche, si troveranno comunque davanti al dubbio se cambiare PC o se restare con Windows 10. Voi che farete? passerete a Linux?