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Raccolta illecita di dati personali, nessuna informativa e un'assenza di verifiche sull'età dei minori. Con queste principali motivazioni, il Garante della privacy ha disposto lo "stop a ChatGPT", aprendo contestualmente un'istruttoria. Il provvedimento, con effetto immediato, è rivolto a OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce il software di intelligenza artificiale e in cui Microsoft (società madre di LinkedIn) ha recentemente annunciato nuovi investimenti.
Il Garante lamenta l'assenza di "una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di addestrare gli algoritmi sottesi al funzionamento" del chatbot.
OpenAI dovrà comunicare entro 20 giorni le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo.
Il Garante italiano è la prima autorità a fermare l'algoritmo, unica maniera per continuare ad utilizzarlo è dotarsi di una VPN che assegni un indirizzo IP al di fuori dell'italia oppure utilizzare l'accesso alla rete TOR.
E ora vediamo che succede....
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Sarà un po’ difficile per gli utenti, che da due giorni non possono accedere alla posta, digerire la nota “scaricabarile”: anche ItaliaOnLine ribalta su altri la colpa di un suo disservizio gravissimo. Non è nemmeno chiaro quale possa essere il “problema infrastrutturale inaspettato e imprevisto che non è dipeso da sistemi sviluppati di da Italiaonline”: può voler dire tutto, può voler dire niente. Nella nota si torna anche ad escludere un attacco “cyber” esterno, ma questo non escluderebbe la possibilità di un attacco “interno”: se qualcuno avesse aperto un bel ransomware sul computer aziendale?
Italiaonline in due giorni ha minato 25 anni di reputazione. Una persona affida dati personali ad una azienda che è in grado di proteggerli e gestirli, e che ha le competenze per farlo.
In questi due giorni il provider non ha fatto altro che promettere una rapida soluzione, ma le ore passavano senza nessun apparente miglioramento.
Nel momento in cui scrivo, Libero Mail e Virgilio sono ancora giù, inaccessibili, e l’unico tassello aggiunto a questo puzzle di mistero è il comunicato che ItaliaOnLine ha diramato con un assurdo ritardo.
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Da circa due ore i servizi di Microsoft sono fuori uso o funzionano a intermittenza, sono compresi Bing, Teams, Outlook, OneDrive, Microsoft 365 e Azure.
Il sito Downdetector sta raccogliendo complessivamente centinaia di segnalazioni di malfunzionamento legate ai servizi di Microsoft.
Gli utenti che hanno scelto Bing come motore di ricerca predefinito nel loro browser non riescono a navigare (usate https://duckduckgo.com/) digitando delle frasi nella barra degli indirizzi perché il browser effettua direttamente una query a Bing, che sembra fuori uso.
L’account twitter di Microsoft 365 Status ha dichiarato che il servizio è al corrente del problema: “Stiamo indagando su problemi che hanno un impatto su diversi servizi Microsoft 365”.
Tuttavia, la pagina che viene indicata per controllare lo stato dei sistemi funziona a intermittenza....
che sta succedendo in questi giorni? Apocalisse web in corso????
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A partire dalla notte del 23 gennaio 2023 si stanno verificando disservizi sull'infrastruttura a cui fanno capo i servizi web Libero e Virgilio": questo il messaggio che appare agli utenti che provano ad accedere alla posta elettronica. L'azienda assicura che non si tratta di un attacco hacker ma di un problema tecnico ai data center.
I due servizi contano 9 milioni di caselle mail attive.
Secondo Downdetector, bussola che in questi casi certifica i disservizi alle piattaforme online, Virgilio ha cominciato a riscontrare problemi intorno alle 22 di ieri sera, quando sono arrivate le prime segnalazioni.
Ma è in mattinata che i problemi sono stati segnalati con molta più insistenza anche suu libero mail, arrivando a qualche migliaio nelle prime ore della giornata, purtroppo per chi usa queste piattaforma, anche pagando il servizio di mail a pagamento, non resta che attendere....
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Chi di voi non ha mai sentito la parola server? Anche se sembra un parolone, alla fine non è nient'altro che un PC,
solo che spesso il sistema operativo non ha abilitata/installata un'interfaccia grafica e i software in bundle sono minimi.
Per HomeLab si considera un ambiente domestico (ma dai?) dove si sperimentano servizi e strumenti informatici in "sicurezza" su uno o più computer connessi alla rete. Essenzialmente è un modo per imparare cose nuove e divertirsi in modo diverso.
Oggi giorno non c'è più bisogno per forza di un PC, basta avere uno o più Raspberry Pi, ma nei lontani anni 90' non era cosi.
Si va beh, e quindi?
Niente, era un'introduzione per chi non mastica l'informatica e per chi ne ha vissuto i momenti!