TB and K9 FAQIl grande momento è finalmente giunto, almeno per quel che concerne il versante Android, grazie all’incorporamento di un’altra app, Thunderbird: su Android con l’acquisizione del codice di K-9 Mail

Gli sviluppatori del celebre client di posta elettronica per computer hanno infatti annunciato l’acquisizione del codice dell’app open source K-9 Mail per Android che costituirà la base dell’app da rendere disponibile per smartphone e tablet. Per cui, anziché creare un client da zero, il team di Thunderbird ha pensato di affidarsi a un’app avente molte caratteristiche rispondenti al progetto iniziale. In soldoni, K-9 Mail si trasformerà in Thunderbird per Android dopo essersi allineata con funzioni e design alla versione desktop.

Il livello di incorporamento risulta essere così profondo che addirittura le donazioni prima destinate a K-9 Mail d’ora in avanti saranno indirizzate al progetto Thunderbird.

La tabella di marcia prevede innanzitutto l’impostazione dell’account usando l’autoconfigurazione di Thunderbird, la gestione migliorata delle cartelle, il supporto per i filtri dei messaggi e la sincronizzazione tra la versione desktop e quella mobile.

La disponibilità per Android non è stata indicata, ma nelle FAQ del progetto viene detto che la sincronizzazione degli account tra Thunderbird e K-9 Mail con Firefox Sync non sarà implementata prima dell’estate del 2023.

Da notare che sempre nelle FAQ si legge che è in valutazione lo sviluppo di un’applicazione per iOS, ma per il momento non risultano disponibili maggiori informazioni al riguardo.

 

100Dopo Edge e Chrome, anche il browser di Mozilla raggiunge la versione 100 per Windows, macOS e Linux, firefox include molte novità tra cui i sottotitoli per il Picture-in-Picture. Anche su Android e iOS ci sono diversi miglioramenti. Gli aggiornamenti per i rispettivi sistemi operativi sono già disponibili.

Firefox 100: tra novità e piccoli problemi...
A partire dal 2019, Firefox per desktop supporta la modalità Picture-in-Picture (PiP) che permette di continuare la visione di uno o più video in piccole finestre flottanti e ridimensionabili, mentre si passa da una scheda all’altra. Nella versione 100 è stata aggiunta una funzionalità richiesta dagli utenti attraverso Mozilla Connect, ovvero i sottotitoli.

Inizialmente il supporto è limitato a tre siti (Netflix, YouTube e Amazon Prime Video), oltre che ai siti che usano lo standard WebVTT (Web Video Text Track), come Twitter e Coursera. Mozilla promette di aggiungere il supporto per altri siti. La novità è particolarmente utile agli utenti con problemi di udito o a quelli che vogliono imparare una lingua.

Un’altra funzionalità consente a Firefox 100 di rilevare all’avvio l’uso di una lingua differente da quella del sistema operativo. Viene quindi chiesto all’utente se desidera cambiare le impostazioni. Inoltre, il correttore ortografico supporta lingue multiple, se è stato installato il dizionario corrispondente.

Altre novità di Firefox 100 sono correlate alla dotazione hardware. La versione per macOS supporta lo standard HDR per i video, se l’utente ha uno schermo compatibile. Il browser supporta inoltre la decodifica hardware AV1 con GPU Intel Gen 11+, AMD RDNA 2 (esclusa Navi 24) e GeForce 30 (potrebbe essere necessario l’installazione della AV1 Video Extension dal Microsoft Store).

A partire da questa versione, l’installer per Windows è firmato con SHA-256, quindi gli utenti che usano ancora Windows 7 devono installare l’aggiornamento KB4474419. Dato che alcuni siti potrebbero non riconoscere Firefox 100 è possibile impostare la versione a 99.

Per le versioni Android e iOS ci sono due novità principali. È possibile scegliere due nuovi wallpaper per lo sfondo della home page, mentre la sezione dedicata alla cronologia è meno confusionaria, grazie al raggruppamento dei siti in base all’argomento.

 

zoomZoom! Modifiche alla durata della riunione per account gratuiti

A partire dal 2 maggio 2022, Zoom modifica il limite di durata della riunione per le riunioni 1:1 organizzate da utenti Basic su account gratuiti e su quelli gratuiti (verificati con carta di credito) a 40 minuti. Questa modifica crea un limite uniforme, la pagina dei piani e prezzi di Zoom verrà aggiornata il 2 maggio 2022 per riflettere le modifiche apportate alla durata delle riunioni per il piano Basic.

Questa modifica interesserà le riunioni già pianificate?
Sì, interesserà tutte le riunioni 1:1 organizzate a partire dal 2 maggio 2022 dagli utenti Basic su account gratuiti e su quelli gratuiti, comprese riunioni istantanee, riunioni pianificate e la loro Sala riunioni personale (PMI).

Che cosa posso fare se mi servono più di 40 minuti per le mie riunioni?

Non c'è limite al numero di riunioni che un utente Basic può organizzare; tuttavia, se preferisci evitare un'interruzione della riunione dopo 40 minuti, devi esegui l'aggiornamento a un account Pro per eliminare il limite di 40 minuti per tutte le riunioni future.

Sono un utente gratuito ma partecipo a riunioni organizzate da un utente con licenza. La mia presenza alla sua riunione ne influenzerà la durata?
No, la durata massima della riunione è determinata dal tipo di account dell'organizzatore originale della riunione. I tipi di account dei partecipanti alla riunione non influiscono sulla durata massima della riunione.

Aria di cambiamento in casa Zoom?? Zoom ha creato abbastanza dipendenza per pretendere qualcosa dai propri utenti?

ReLife your device!
Recuperare dispositivi informatici e mobili destinati allo smaltimento rendendoli nuovamente funzionanti (o destinati ad un diverso uso) magari anche donandoli successivamente alle realtà che ne manifestano l’esigenza.

Il recupero avviene riparando le parti guaste magari assemblando ciò che manca oppure aggiornando ove possibile il software a bordo del dispositivo, ottenendo così una nuova macchina completamente funzionante ed adeguata a specifiche esigenze e realtà (scuole, associazioni, privati...etc.)
relafi your device3Obsolescenza programmata:
L'obsolescenza programmata prima di tutto bisogna imparare a riconoscerla. Quando un oggetto che utilizziamo si rompe e, secondo il rivenditore, non si puo' piu' riparare e ci costringono a comprarne uno nuovo, fermiamoci e riflettiamo. Quanto l'ho pagato? Troppo per essere durato cosi poco? Quanto mi e' durato? Troppo poco? Il danno e' davvero cosi grave da non essere riparabile? Perche' la riparazione, che sarebbe anche possibile, costa di piu' rispetto a ricomprare l'oggetto nuovo? Perche' la garanzia era scaduta da poco quando si e' guastato? Se ad una o piu' di queste domande le risposte non ci convincono, probabilmente e' perche' siamo vittime dell'obsolescenza programmata.
Molto spesso tutto questo parte anche da un cattivo acquisto iniziale, "costava poco", "era studiato male e non permetteva riparazioni", "me lo ha consigliato mio Cugggino...", proprio per questo devi affidarti a me per dare nuova vita ai tuoi dispositivi o per trovarne altri nuovi!

rpi kitIn un post sul blog ufficiale della Fondazione Raspberry, il co-fondatore Eben Upton ha fornito alcune spiegazioni sul perché il loro Mini Computer, tanto amato dagli appassionati d’informatica di tutto il mondo e utilizzato in una moltitudine di progetti casalinghi, sia così difficile da reperire, nonostante le fabbriche della compagnia ne producano circa mezzo milione di unità ogni mese.

La motivazione di questa penuria, secondo Eben, sta nella priorità delle consegne dei Raspberry, il mini PC non ha trovato terreno fertile solo in ambito domestico ma viene ampiamente utilizzato in contesti industriali e commerciali e queste ultimi hanno la precedenza rispetto alle consegne ai clienti privati.

Upton si lascia andare ad una serie di consigli e rassicurazioni per gli utenti privati, raccomandando ad esempio di rivolgersi solo ed esclusivamente ai rivenditori ufficiali che devono attenersi a un listino prefissato che punta a impedire speculazioni, come già visto in passato con le schede grafiche. Fa poi presente che nonostante rifornire i clienti industriali in questo momento sia prioritario per l’azienda, non c’è penuria di materiali e che nel tempo le forniture agli utenti privati torneranno ad un regime più regolare. Sempre in merito alla produzione, aggiunge che le componenti richieste per i Raspberry Pi 4 e Compute Module 4 a 28 nanometri sono più facili da reperire rispetto ai componenti a 40 nanometri, che si utilizzavano per il Pi 3.

In un’ultima nota vengono analizzate anche le vendite compressive dei rivenditori ufficiali, che a partire dall’inizio del 2021 sono cresciute esponenzialmente, con l’azienda che ha faticato a tenere il passo. Ovviamente, oltre ai normali clienti buona parte degli acquisti erano effettuati da bot, che svuotavano gli scaffali dei rivenditori ufficiali facendo poi ricomparire i Raspberry presso altri negozi a prezzi sensibilmente rialzati. Questo ha spinto alcuni rivenditori, come ad esempio adafruit, ad implementare l’autenticazione a 2 fattori come misura di prevenzione.

Se invece siete in cerca di un Raspberry Pi, potete utilizzare il sito rpilocator che si occupa di tracciare le disponibilità dai rivenditori autorizzati e non solo, per generare una lista delle disponibilità sempre aggiornata consultabile tramite il sito ufficiale, feed RSS o Twitter nell’attesa che la situazione torni alla normalità, dunque aimè, sono il primo a dirvi che stavolta Amazon ed Ebay non ci possono aiutare....